Come il Prezzo del Petrolio Influenza il Mercato Forex
Il mercato Forex è probabilmente il più grande mercato del mondo, perché è aperto 24 ore su 24 e accoglie trader provenienti da diverse parti del mondo. Tuttavia, il mercato Forex globale dipende da molti fattori al di fuori dei mercati prettamente “monetari”, nonostante le sue enormi dimensioni. Ad esempio, il mercato delle valute è molto influenzato dai mercati energetici mondiali, in quanto i prezzi del petrolio greggio continuano a diminuire. E questa attuale debolezza dei prezzi del petrolio sta esercitando una pressione al ribasso su alcune delle principali valute mondiali.
La Caduta del Prezzo del Petrolio
Il petrolio greggio ha attualmente raggiunto il picco più basso da 10 mesi a questa parte, dopo aver perso il 3% nella terza settimana di Giugno. Il Brent è diminuito del 16,4% e il West Texas Intermediate è sceso del 17,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il prezzo del petrolio greggio non perdeva così tanto nei primi sei mesi dell’anno dal 1997. Il benchmark internazionale sul Brent è sceso sotto il supporto di $ 45 per essere scambiato intorno ai 44,47 dollari al barile. Il greggio americano nel West Texas Intermediate è invece venduto intorno ai 42,13 dollari al barile. La ragione principale dietro questo calo dei prezzi del petrolio greggio è che l’offerta di questa materia prima supera di gran lunga la domanda. L’OPEC sta lavorando sodo per trovare un modo per ridurre la fornitura sul mercato, ma la resilienza dei paesi produttori di petrolio scisto americani ha quasi reso nulli gli sforzi dell’Organizzazione dei paesi produttori.
È interessante notare come gli investitori siano preoccupati che l’OPEC stia facendo solo un “modesto” tentativo per ridurre la fornitura di petrolio. Essi ritengono che l’Organizzazione abbia bisogno di approfondire le normative sui tagli della produzione o di bloccarla addirittura in alcuni casi se vuole porre fine a questa “fame” di approvvigionamento.
Petrolio e Mercato Forex
Il calo del petrolio greggio ha causato anche il deprezzamento di molte valute, soprattutto quelle particolarmente legate alle commodities come la Corona norvegese (NOK) e il Dollaro canadese (CAD). Il paese nord americano è uno dei più importanti produttori di greggio. Un indebolimento del prezzo del petrolio, peggiora quindi la bilancia commerciale, le prospettiva di crescita del paese, l’inflazione e per finire i tassi di interessi riconosciuti sulla propria moneta. Non è quindi strano che da circa tre mesi il dollaro canadese stia perdendo terreno nei confronti di quello americano, che è la valuta di riferimento per il prezzo del petrolio. Per quanto riguarda la Norvegia, le estrazioni di greggio e gas nel paese sono le più alte al mondo (Medio Oriente escluso). Esse pesavano per il 22% sul PIL norvegese nel 2012, mentre oggi arrivano a contare per il 12%, pur continuando a valere all’incirca la metà del valore delle esportazioni. Oggi la Norvegia ha dimezzato la dipendenza dell’economia nazionale dal petrolio. Il paese scandinavo, infatti, può disporre di un fondo sovrano da oltre 900 miliardi di dollari, il più grande al mondo ed alimentato proprio dagli introiti del greggio, dal quale il governo ha ottenuto negli ultimi anni le risorse necessarie per predisporre un piano di stimoli fiscali a sostegno della crescita.
Ad ogni modo, la crisi petrolifera ha fatto scendere il tasso corona norvegese/dollaro americano a 8,5456. Anche il dollaro della Nuova Zelanda (NZD) è diminuito dello 0,1% (0,7332 dollari USA), mentre il dollaro australiano (AUD) è diminuito dello 0,2% (a 0,7562 dollari USA). La parte più preoccupante è che gli indicatori per la lettura dell’inflazione statunitense sono deboli e la persistente crisi del petrolio potrebbe causare per gli investitori la perdita della fiducia nel mercato energetico statunitense. Il mercato Forex continuerà invece il suo “stallo” a causa delle prospettive incerte del petrolio. E’ interessante notare che il valore delle valute rifugio (come lo Yen giapponese) sta aumentando, poiché il rischio di nuovi crolli del petrolio indebolisce le altre monete.