I 3 Rischi Degli Investimenti
Ogni trader sa bene che non esistono certezze nel trading. In poche parole, esiste il concreto rischio di perdere il capitale investito. Possiamo affermare che il rischio finanziario ha due diverse anime: una quantitativa legata alla ben nota volatilità dei mercati e una qualitativa, legata alla capacità psicologica dell’investitore di non farsi sopraffare dalle emozioni e superare i periodi negativi. Ma secondo molti analisti, i veri rischi con cui ogni trader dovrà fare i conti possono essere di tre tipi: il rischio personale (ovvero la capacità di sostenere l’ansia che deriva dalla possibilità di drastiche riduzioni del proprio tenore di vita), il rischio di mercato (derivante dalla necessità di investire sui mercati finanziari per far fronte alla diminuzione del proprio potere d’acquisto dovuto all’inflazione) e il rischio da ambizione (riguardante la capacità di gestire e sostenere nel lungo periodo il rischio relativo a operazioni imprenditoriali o di investimento effettuate con l’obiettivo di aumentare il proprio reddito). In ogni scelta di investimento bisognerebbe quindi tenere in considerazione questi tre rischi, ma la loro gestione andrà poi collegata agli obiettivi della propria attività di investimento. Ed è rispetto a questi obiettivi che si dovrebbero definire i “parametri di controllo”, evitando così che l’investitore possa distrarsi dal pensiero di ottenere rendimenti nel breve periodo ma focalizzandosi sempre su un’ottica di lungo periodo.
L’avvento delle piattaforme di trading online raggiungibili tramite un computer e una connessione ad internet hanno reso certamente più facile la vita agli investitori. Molte delle attività di borsa che una volta avrebbero richiesto molto tempo, possono essere svolte adesso con un solo click, con algoritmi e formule e fogli di calcolo. Tuttavia, l’aspetto negativo dell’era tecnologica è che stimola i trader ad avere fiducia nei modelli e a non metterne in discussione i risultati! E non sono pochi quelli che spesso dimenticano che se i dati e le ipotesi di partenza sono sbagliate, anche la risposta del sistema sarà sbagliata. Questa sorta di “dipendenza” dai computer che si creata oggi è andata anche a discapito della gestione del rischio o, meglio, della misurazione del rischio. Che, diversamente a quello che pensano molti, sono due concetti ben diversi fra loro. Così basano le loro valutazioni su modelli quantitativi e coefficienti di volatilità utopistici, nella convinzione (o nella speranza!) che queste formule siano in grado di avvertirli dell’aumento del rischio connesso al loro portafoglio azionario. I modelli quantitativi, per quanto utilissimi, non possono aiutare molto nella gestione del rischio. Sono solo uno strumento e come tale devono essere considerati. Senza contare che concentrarsi solo sulla dimensione quantitativa del rischio porta molti a perdere di vista la cosa più importante ma più difficile da misurare, ovvero la dimensione qualitativa del rischio, che riguarda la presa di coscienza dell’investitore dei veri rischi degli investimenti. Come abbiamo detto all’inizio, i rischi possono essere di 3 tipi.
- Rischio Personale, ovvero quando non si è in grado di soddisfare le esigenze di cassa essenziali a prescindere dalla performance dei mercati finanziari. L’investitore dovrà quindi riuscire a gestire l’ansia di una drastica riduzione nel proprio tenore di vita derivante da perdite nel trading.
- Rischio di Mercato, quando è necessario mantenere il proprio stile di vita ottenendo un tasso di rendimento dai mercati finanziari direttamente proporzionale all’aumento del costo della vita. Per fare questo si deve sopportare il rischio di mercato, ovvero quel rischio che non può essere evitato diversificando il portafoglio.
- Rischio da Ambizione, quando per creare nuovo reddito o per soddisfare obiettivi che vanno oltre il mantenimento del proprio tenore di vita, si può decidere di investire parte del proprio capitale nei mercati finanziari o in iniziative imprenditoriali abbastanza rischiose (che possono generare profitti come anche perdite sostanziali).
Quando si considera il proprio profilo di rischio, si deve sempre prendere in considerazione alcuni elementi: la propria disponibilità ad assumere rischi, la necessità di assumere rischi e la capacità di prendere rischi. Ad ogni modo, negli investimenti azionari è sempre consigliabile avere un’ottica di lungo periodo.